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Blues Metropolitano

Antonio è uno spacciatore napoletano con "L'hobby della musica" : ha sempre campato, nonostante da quel che sapevo io la droga facesse fare soldi, grazie ai generosi lasciti di una zia , ora morente.

Antonio ha anche parecchie amanti, tra cui la terribile Ida di benedetto, qua angosciante e con quella recitazione che la portò trionfalmente - vabbè , featuring qualche amicizia - a un posto al sole.

Le varie amanti sono solo un pretesto per potere avere più protagonisti -di carta velina, incapaci a recitare, coperti dalla fastidiosa colonna sonora- possibili, ognuno con la sua storia: c'è la D'urso , mater familia, sposata con tony esposito, che vuole fare una cosa a tre senza averlo però detto prima al marito. E' probabile che saputo che il terzo deve essere un amico dottore della barbarona nazionale (che accetta subito perché Esposito "E un bell'uomo , nonostante tutto!") il tony avrà da ridire.

Tutti recitano tra il male e il terrificante, nonostante siano tutti futuri albergatori di note serie tv: per fortuna che l'audio è fatto dal peggior fonico che satana potesse mandare a napulè e si perde il 90% del parlato.

I temi sono tutti molto drammatici, ma la musica di Pino Daniele -in orrendi camei, gia che c'era- è gioiosa e allegra, quindi anche un tremendo attacco di Ida di benedetto alla figlia viene commentato con un bel ritmetto jazz che nulla c'azzecca con la madre che chiama figlia "uno sbaglio" (!) ?

Dialoghi lunghissimi senza senso tipo uno tra mamma e figlia su una cartella da comprare (con bambina che usa come giustificazione inoppugnabile "poi la monaca sengazza!") o tutti quelli tra marina suma -ma a che cazzo serviva- e il fidanzato, un certo senso di squallore e il dubbio che questo film dovesse essere la versione napoletana di "ciao ma" che però in confronto pare "Chicago" creano in chi riesca a vedere per intero questo Blues metropolitano un vero e proprio blues totale: metropolitano, contadino, montanaro. Per fortuna sono pochissimi.

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