TIFOSI

MIO DIO.

In Italia , si sa, Il Tifo è roba seria: se ne parla, come ebbe a dire Ibra nella sua biografia "per tutta la settimana": io sinceramente , nell'anno in cui il Latina lottò per la A, ho sentito persino gente discorrere di partite di due, tre settimane prima accumulandosi ad altre che erano arrivate.

In questo film il tifo è solo una scusa per coprire varie patologie: solo così so descrivere Diego Abatuantono che vuole uccidersi finchè non cambiano il risultato della Juve (della Juve cristiddio, non di una squadra che lotta per la retrocessione) o un De sica laziale che non vuole operare romanisti.

Il problema è che il calcio è roba che se fa ridere, fa ridere tantissimo (pendolino di mosca, mai dire gol, quelli che il calcio primi anni) ma se non fa ridere, fa una pena quasi diabolica ("serie A" con Bonolis, quelli che il calcio di ora) e Dio solo sa se Tifosi non fa ridere per niente.

In questo film tutti parlano solo di calcio , e basta :non solo i monotematici protagonisti, ma addirittura giudici, hostess, semplici passanti. Una scena ad esempio ritrae Nino D'angelo carcerato in una cella tappezzata da poster e maglie del napoli: la guardia giurata che lo viene a prendere per farlo uscire si professa della salernitana -perché?- un altra gli ha addirittura rubato un autografo di maradona, ed all'uscita saluterà i 4 figli che si chiamano rispettivamente diego armando mara e dona, per poi andare subito allo stadio. Perché un tifoso dovrebbe sentirsi lusingato da tale radioattiva stupidità? Io di fronte al personaggio romanista di Mattioli infatti ho quasi rabbrividito e non devo essere stata l'unica: questo film è stato un flop altisonante , che pensava di essere un omaggio allo sport più bello del mondo -che tral'altro non viene mai inquadrato e che vede la sua più limpida espressione in un triste cameo di Baresi- quando invece sembra proprio una presa in giro al tifoso comune, ritraendolo come un idiota patentato