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Sotto Una Buona Stella


Vabbè a questa festa si balla ognuno come vuole

Come alcuni film ci mostrano è pericoloso lasciare troppa carta bianca allo sceneggiatore, soprattutto quando è anche regista : vedere il non capolavoro super- indie di Ivan Cotroneo "la kriptonite nella borsa", un film di nessun successo che costò ai produttori non solo un buon cast (golino, gifuni, capotondi...) ma anche delle canzoni d'epoca (bowie) con ritorno economico puramente simbolico e dubito in grado di coprirne le spese.

Nell'economia di una pellicola così piccola ignorare il guadagno e pensare solo a mettere "una canzone che per me ha un gran significato" -come disse lui stesso in conferenza- significa aver scambiato un industria che deve parlare al più ampio numero di persone per una chiaccherata su qualcosa che potrebbe interessare a tuo fratello/sorella/amico/mamma, gente che insomma ha davvero a cuore quello che per l'ideatore "ha un gran significato"(neanche di sicuro, tral' altro).

Purtroppo se i tuoi film del passato sono stati talmente di successo da ispirare non solo libri, fanatismi ,premi e addirittura un programma radiofonico giornaliero (si, giornaliero), l'effetto è persino amplificato: vedere questo "Sotto una buona stella", di e con Carlo Verdone, dove non solo ci sono i suoi rifierimenti, la sua Roma, ma anche addirittura IL SUO personalissimo PENSIERO. Ebbene si, perchè sotto una buona stella è solo una scusa prodotta molto male per sentire come la pensa Verdone sulle cose

Va detto che questo cedimento moralista di Verdone si notava già nel suo libro "la casa sopra i portici" (2011), che sembra proprio ricalcare la sua carriera: una prima parte divertentissima, una centrale romantica e soft, ed una finale piena di pseudo rancore con i fan aggressivi.

come se la vendita più che buona del suo libro lo abbia portato a pensare che tutti siano quindi interessati a sapere come la pensa sul tutto invece che, non so, su come abbia esordito e girato cose come "borotalco" o "un sacco bello", ecco che Verdone da quel momento ha iniziato a fare film punitivi.

Si è iniziato con "posti in piedi in paradiso" sui mali degli affitti troppo alti e poi questo

Verdone non è un bravo regista, si sa, ma in questo film è al livello dell'alberto sordi regista: fotografia piena di ombre, tremendi stacchetti sugli orologi sfocati per dimostrare il passaggio del tempo , zoomate sulla sua faccia, gente che guarda in camera....

la storia è presto detta: Verdone è un broker romano con fidanzata bella e giovane che perde in pochi giorni sia la ex moglie-muore all improvviso- che il lavoro.

se chiunque potrebbe dare dell'arpia alla nuova donna per non volere i figli di lui in casa con loro potreste cambiare una volta che sappiate chi è la figlia, ovvero Tea Falco.

Suo fratello non è meglio, ma a tutto c'è una spiegazione: i due infatti non sono mai stati cagati da verdone senior , tral'altro per nessun motivo in particolare.

ovviamente verdone si riavvicinerà ai figli e si metterà con una donna normale-vicina-di-casa-ai-parioli , con solo vent'anni di ritardo e una morte e un licenziamento di mezzo, tanto da far sembrare questo risveglio sulla via di damasco come quello che può avere un giocatore che persa la sua occasione in A se ne vada tranquillo mesto mesto al Perugia, ma sempre dicendo che è la scelta migliore ed è felicissimo così.

Nulla suona vero in questo film: le gag sono brutte e per di più allungate (una in cui verdone capisce "sei kiwi" per "sei kili" dura 20 minuti) i figli esageratamenti spocchiosi e viziati -nessuno lavora o studia- per essere due che in teoria hanno subito un lutto.

Verdone poi per essere un uomo che in teoria è così preso dalla bella vita da aver abbandonato la famiglia in toto non sembra affatto dimostrarlo, nè nei gesti nè nel vestiario nè nel parlato

E' quello che io chiamo effetto "Il Capitale Umano", dove Fabrizio Bentivoglio voleva diventare ricco e frequentare il bel mondo ma era sempre vestito da venditore di rose.

Lì dove Verdone non riesce a far capire sottilmente che la gente di oggi non ha più valori lo dice chiaramente, come nella scena in cui suo figlio fa un provino : infatti a Verdone non basta inquadrare per 3 minuti tre tipi che chiaccherano mentre il figlio intona una terribile nenia, dopo li rimprovera anche

"Avete parlato tutto il tempo o siete stati a chattare o al computer mentre lui faceva il provino"

mancava solo che dopo uscendo aggiungesse "accidenti, certo che oggi nessuno si stacca dal cellulare"

al benzinaio o direttamente da solo guardando in camera.

Magari nel prossimo lo fa.

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