top of page
Recent Posts
Follow Us
  • Twitter Basic Black
  • Facebook Basic Black
  • Google+ Basic Black

The Book Of The Year: Io, Ibra

Io, Ibra

Mi è capitato raramente di leggere un libro in cui all'inizio, nelle prime pagine, c'è una lista degli interpreti (tra cui Silvio Berlusconi, qui chiamato “l'uomo più potente d'Italia”) , probabilmente solo al liceo in una di quelle versioni strasemplificate di tutto ciò che semplice non è e che quindi non andrebbe studiato o studiato con altri mezzi (vedi:epica)

Semplicissimo è invece questo libro, che narra le peripezie di Zlatan Ibrahimovic, calciatore arcinoto, campione indiscusso, con un passato nel quartieraccio Rosenbaarg in quel di Malmo, Svezia.

Dopo aver cercato forse un pò inutilmente di descrivere a chiare lettere cos'è la vita per un serbo in Svezia Ibra centra il colpo con un immaggine lapalissiana, quella di un viaggio in jet privato con la sua fidanzata storica Helena Seger e la sua confusionaria ed enorme famiglia: a quanto pare qualcuno voleva “bere qualcosa alle 6 di mattina” cosa che il buon Ibra riesce appunto a compendere al contrario della fidanzata svedesona doc che vorrebe semplicemente restare a terra e si vergogna da morire. Ma Ibra se ne accorge, ah se se ne accorge

in effetti Zlatan esce fuori dalla sua descrizione come una persona incredibilmente persipicace, sa già quando sta per essere venduto, convocato, se il padre ha bevuto o quelle bottiglie in cucina accatastate siano solo un regalo: l'unica cosa che proprio non riesce a capire è perchè ad un certo punto, improvvisamente, l'allenatore del real smetta di parlargli: ne parla anche con i compagni ma nessuno gli sa dire nulla. In ogni libro si sa c'è un nemico, ed in questo più che il quartiere povero di provenienza di Zlatan -che anzi .di pagina in pagina diventa sempre meno pericoloso finchè verso la fine venire da la è quasi un vanto- è proprio pepe guardiola, da zlatan apostrofato come “co lui che quando entra in una stanza spenge la luce”, in realtà gli disse anche di peggio, motivo per cui guardiola smise di parlargli e lo spedi in prestito alla juve, ma qua è sottilmente nascosto per cui pepe esce fuori come un povero pazzo che decide di mandar via un campione solo perchè gli sta antipatico o cosa.ah, sti ricchi.

Per tutto il libro in effetti Ibra tende solo a sottolineare come lui sia rimasto un povero diavolo anche in un mondo dove tutti sono largamente sopra la media del benessere: dico letteralmente, non solo moralmente. A quanto pare infatti durante la sua permanenza all Ajax aveva così pochi soldi da vivere in una sorta di stamberga e da chiedere asilo ad un suo compagno.

Quest' attitudine vittimistica -scema rimane anche durante l'inevitabile ricchezza:la parola “Ferrari” viene solo accostata al fatto che al real gli viene detto che non puo andare agli allenamenti con questa, perchè da una brutta immagine: si continua con un icontro con moggi avvenuto a piedi, persino La casa in cui vive a torino è bellissima ma solo in affitto da inzaghi. Per il resto Ibra è uno di noi, gioca alla play, mangia cornflakes ,gioca a world of warcraft, durante il quale conosce anche un amico (una delle scene più incredibili di un libro che ne ha già abbastanza di sue).

Questo vedere le cose all' opposto (tra cui una previsione per cui la Juve "ci avrebbe messo anni a tornare al top del mondo dopo la B, almeno 8 anni" ) ci introduce anche ad un personaggio che solo chi mostra un distacco così cristallino con la realtà può elogiare, ovvero Mino Raiola. Mino Raiola è l'agente di Ibrahimovic, in uno dei primissimi racconti che ci fa di lui per mettercelo in buona luce si narra di quando Mino chiese un appuntamento a Moggi, all'apice della sua fama (Moggi, non lui) ; Lucky Luciano ebbe però l'impropere di farlo aspettare ore, cosa che mandò raiola, uno sconosciuto eccellente, su tutti i nervi . Intercettatolo dopo poco in un ristorante Mino non perse l'occasione per cazziare il “povero” Moggi e da quel giorno in poi ad ogni suo incontro di lavoro si presenterà con l'ardua a credersi frase “piacere, sono Mino Raiola e sono contro Moggi” (cambiate incredibilmente anni dopo non con un più sobrio piacere, mino raiola ma in seguito a pace fatta con un piacere sono m.r. E sono PRO MOGGI. Che sembra il nome di una squadra).

Con la discesa agli inferi della Juve Ibra va quindi all Inter, dove un altro problema lo attende: la squadra non è unita! Fanno gruppetto fra di loro “ a seconda delle nazionalità” ! Ibra pensa bene di illustrare il problema niente di meno che a Moratti in persona, che a quanto pare gli dà la sua parola che farà qualcosa, non dopo aver mestamente dato ragione a Zlatan . Il resto ovviamente lo sapete e sapete quindi a chi dire grazie, anzi tak.

Cosa fa di un campione un campione? La bravura, la tecnica, ma non sono sicura che il carattere a questo punto c'entri, nonostante la retorica insistente voglia così. Zlatan Ibrahimovic nel suo mantra assordante "sono così e basta" riesce fuori un filino meglio dell odioso Platini, dell improbabile Maradona. Riesce infintamente meglio dell orrendo Zidane, ed è pur sempre l'uomo che picchiò un allenatore(Allegri) a sentire zambrotta, perchè aveva messo gli occhi sulla stessa ragazza su cui li aveva messi lui , mentre la moglie e i figli erano girati a guardare a un altra parte.Eppure è univrsalmente considerato un campione

Zambrotta si che era un buono. Ed è stato anche un grande del calcio. Me lo ricordo prendere 9 e 10, fare il fisso in nazionale come pochi. Ma sulle maglie i ragazzini continueranno a chiedere ibra e zlatan è stato un marchio registrato, al contrario di Zambrotta. Che comunque sarebbe un gran bel marchio. Insomma come direbbe Eric di Entourage “ Non so che differenza c'è, ma so che ce né una”

bottom of page